Fin da bambino sentivo di avere un’attrazione particolare per la bellezza e per i capelli.
Ricordo le emozioni che provavo quando mamma mi portava con lei dal suo parrucchiere.
Mentre le facevano i capelli io rimanevo affascinato, quasi incantano, dai profumi di tutti quei prodotti, dal rumore del phon e dai movimenti del colorist. Quelle strane posizioni che si riflettevano attraverso gli specchi.
Avrò avuto più o meno quattro o cinque anni e da lì in avanti capii che quello sarebbe stato il mio futuro.
Era come un “richiamo”.
Gli anni passarono e con me crebbe anche il desiderio e l’ambizione di diventare un colorist professionista. Mi iscrissi presso un’accademia per parrucchieri lottando contro la volontà dei miei familiari e dei miei amici. Trovai un sostegno in mia cugina Sara, l’unica che veramente credeva nelle mie potenzialità, e che riuscì a convincere mio padre riguardo il mio percorso. Così mi diplomai con il voto più alto della classe e ottenni la qualifica di Colorist Professional.
Parallelamente all’accademia, iniziai a lavorare presso i migliori saloni della mia zona, accrescendo la mia professionalità attraverso l’esperienza.
A quel punto sentii di voler rendere tutto questo più tangibile coronando il sogno di aprire un salone all’età di ventun’anni in collaborazione con persone a cui sono molto legato anche oggi.
Ero felicissimo di quel progetto portato avanti per molti anni, fin quando non attraversai un momento di crisi, in cui sentivo le mie ambizioni sempre più distanti, quasi assenti.
Decisi di interrompere e riprendere in mano la mia vita cercando di capire se fosse realmente quello il mio desiderio.
Provai a fare altri lavori e quello che mi riuscì meglio fu insegnare nelle palestre. Lo feci per alcuni anni, ma nel frattempo sentivo qualcosa dentro di me che non andava: mi mancava quella sensazione che provavo da bambino. Ma non volevo tornare nel settore che avevo appena lasciato, volevo qualcosa di più innovativo.
Così, in piena pandemia, a Giugno del 2020, presi una casa qui a Roma per fare dei colloqui e cercare qualcosa di “diverso” per un mese.
Ma il tempo passava e nessun colloquio sembrava potesse darmi quello che stavo cercando. Stavo per lasciare Roma, ma mi rimaneva l’ultimo colloquio con FocusColore.
Non sapevo bene di cosa si trattasse, ma decisi di andare.
Mi ritrovai a parlare con persone dalle idee molto chiare e un progetto innovativo mai sentito prima. Mi trasmisero la loro visione ad un livello empatico e con un calore tale che è difficile da ritrovare in altri ambienti di lavoro.
Questo mi fece riflettere molto.
Mi invitarono ad alcune giornate di formazione dove si specificava passo dopo passo tutto il progetto e in quel momento sentii quel fuoco ormai spento dentro di me che cominciò nuovamente ad ardere senza più fermarsi.
Ho sentito quella strana sensazione di spinta, di sacrificio, di dedizione per qualcosa di grande.
Ho sposato in pieno questo progetto fin da subito e ad oggi sono certo di aver fatto la scelta giusta: quella cioè di far parte di un’Azienda con la A maiuscola e con un format assolutamente innovativo.
Io sono il primo colorist, lavoro con collaboratori meravigliosi e una squadra di cui già non posso fare più a meno e metterò tutto me stesso per crescere insieme a loro.
Oggi io sono tutto questo grazie a FocusColore e a tutto il team.